sabato 23 maggio 2015

Autismo e vaccini: giustizia giusta, pigra o ingiusta?

[aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

Dell'argomento vaccini-autismo ho parlato diverse volte, non serve quindi ribadire come, scientificamente, non vi sia alcun nesso dimostrato tra vaccinazioni e comparsa di sintomi appartenenti allo spettro autistico, se già l'origine di questa ipotesi è truffaldina, chi la diffonde lo fa per leggerezza o precisi interessi personali. Gli studi sono sufficientemente chiari (e tanti, riporto solo la posizione dell'OMS come se fosse un riassunto) per poterlo affermare e chiunque si avvicini all'argomento in buonafede non potrà che esserne convinto. C'è un aspetto però che può disorientare, quello giuridico.
Sono diverse infatti le sentenze che ammettono un nesso tra disturbo autistico e vaccinazione ed una, recente, ha riacceso una controversia che, a livello scientifico, non esiste, è una vera e propria finta controversia (fintoversia), creata ad arte per ottenere denaro nelle cause giuridiche di richiesta risarcimento o indennizzo.
Queste sentenze sono emesse in seguito a denunce di famiglie che vivono questo problema e che per il presunto danno patito richiedono un indennizzo in denaro. L'argomento, avendo una base fondamentalmente giuridica, può sembrare estraneo a quelli abitualmente trattati in questo blog ma visto che un giudice per decidere su un tema medico si affida ai pareri di medici (quindi a pareri che devono essere equilibrati ed onesti ma soprattutto attendibili dal punto di vista scientifico), può essere interessante analizzare i motivi che creano tale differenza tra le conclusioni scientifiche e quelle giuridiche.
Il punto principale è rappresentato da due concetti, semplici ma spesso non considerati: le conclusioni scientifiche e le nostre conoscenze mediche, non sono decise in un tribunale o per sentenza. Inoltre le "strade" della scienza sono completamente diverse da quelle della giustizia, quest'ultima ha regole e norme che hanno poco o niente a che vedere con gli aspetti scientifici di un fatto.

Bisogna ricordare inoltre che la maggioranza delle leggi sono "interpretabili" e che un giudice, non essendo uomo di scienza, si basi su "perizie" (ovvero su relazioni di esperti o presunti tali, quindi elementi non per forza oggettivi o corretti), può fare capire perché la decisione "giuridica" possa essere così diversa da quella "scientifica" e perché una decisione è, a volte, completamente diversa da un'altra: sono tante infatti le sentenze che ammettono questo nesso, poi ribaltate in un successivo appello o altre che questo nesso lo smentiscono (l'ultima è recentissima) da subito. Naturalmente fanno più notizia le sentente favorevoli al risarcimento rispetto a quelle sfavorevoli e per questo le prime sono molto più conosciute.
Cercherò di spiegare perché tutto ciò può accadere, le contraddizioni (dal punto di vista medico) delle decisioni dei tribunali e le differenze tra una sentenza ed un'altra, con degli esempi che mostrino come si assista anche a conclusioni apparentemente discordanti.
Prima di iniziare però una premessa è doverosa: i vaccini sono dei farmaci, molto sicuri e testati, sottoposti a controlli e criteri di fabbricazione particolarmente severi ma come tutte le sostanze del mondo possono provocare reazioni allergiche ed effetti collaterali (letteralmente rarissimi). Per chi ha subìto un danno da vaccino esiste una legge che lo risarcisce ed è giusto sia così (la stessa legge risarcisce chi ha subìto un danno da trasfusione, per esempio una malattia infettiva). Questo non condiziona la discussione, il fatto che sia corretto risarcire chi subisce un danno da vaccino non cambia il fatto che i vaccini siano tra i farmaci più utili e sicuri al mondo, come non cambia il fatto che le trasfusioni salvano migliaia di vite umane. L'unico dato scientifico che possiamo dire sufficientemente accertato è che tra vaccinazioni ed autismo non vi è alcun nesso. Analizziamo quindi i casi in cui questo dato è stato smentito clamorosamente da un tribunale.

Iniziamo dalle decisioni del giudice con alcuni esempi pratici.
Una di queste sentenze più note (perché richiamata diverse volte dai media) è quella del tribunale di Rimini del 2012.
Per quanto scritto i fatti si sarebbero svolti così: il bambino si sarebbe vaccinato nel marzo 2004 manifestando disturbi molto vaghi ("nervosismo e diarrea", come si può vedere sintomi molto generici, comuni e non chiaramente imputabili alla vaccinazione, il "nervosismo" in un bambino piccolo sarebbe da definire meglio). Nel 2004-2005 è riferito "grave disagio psico-fisico" (non meglio specificato), nel 2007 si stabiliva la sua invalidità (quindi si presume a 3 anni circa), nel 2008 un medico (dott. Niglio) certificava che il problema del bambino fosse riconducibile alle vaccinazioni e questo era confermato l'anno successivo da un altro medico, il dott. Montinari. Un altro medico inoltre, certifica che il bambino avesse un alto livello di anticorpi antimorbillo, particolare che mostrerebbe come la vaccinazione antimorbillo potesse aver avuto un ruolo nell'autismo del piccolo. Quest'ultimo medico è il dott. Franco Verzella.

Il dott. Verzella certifica: il bambino ha un alto livello di anticorpi antimorbillo.

Chi è Franco Verzella?
È un medico con chiare e note posizioni antivaccino che "cura" l'autismo con il "metodo DAN!" (una pseudocura senza alcuna base scientifica, costosa, pericolosa ed inutile, a base di diete e chelazione), "cura l'autismo" ma è un oculista che sostiene:

"Le principali concause comprendono: il drammatico aggravamento dell’inquinamento,  ambientale ed alimentare, che attualmente ha raggiunto valori assolutamente non controllabili,  ben al di là della nostra capacità di registrarne i livelli e di controllarne gli effetti, regimi  alimentari “antibiologici”, promossi dalla pubblicità, antibiotici distribuiti in serie appena  compare la febbre, un mal di gola o un’otite, e poi campagne vaccinali governative contrarie ad  elementari criteri di fisiologia, per la precocità e frequenza dell’intervento, la mancanza di  discrimine in relazione all’individualità biologica, allo stato immunitario quando si tratta di  praticare i richiami ed infine all’uso di additivi tossici, quali il mercurio e l’alluminio."

Qual è il problema? Che Verzella ha deciso arbitrariamente che il livello di anticorpi sia "eccessivo", visto che non esiste un "livello limite" (casomai esiste quello minimo ma non un livello massimo, essendo il valore molto variabile e soggettivo).
In ogni caso, questo medico, ha un evidente e noto conflitto di interessi, le sue posizioni non sono certo "neutrali" o "equidistanti" sull'argomento vaccini e non si può certo affermare di trovarsi davanti ad un esperto di autismo o di vaccini.
I genitori del bambino chiedevano all'azienda sanitaria locale un indennizzo per questo presunto danno, domanda respinta perché il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia, MPR) non era tra quelli obbligatori (la legge sui risarcimenti dei danni da vaccino si riferisce esplicitamente a trasfusioni, vaccini o farmaci emoderivati obbligatori). Questo rifiuto comportava ricorso (l'oggetto di questa sentenza) trasformato in sentenza di indennizzo dal tribunale di Rimini.

La sentenza riminese quindi, non ammette in senso stretto il nesso vaccini autismo (doveva piuttosto giudicare se il fatto che la MPR non fosse una vaccinazione obbligatoria esonerasse lo Stato a risarcire il bambino e questo la sentenza non lo smentisce perché, anche se non obbligatoria, si tratta di una vaccinazione "incentivata" dallo Stato) ma lo fa lo stesso. Sostiene infatti di considerare attendibili i giudizi del CTU (consulente tecnico d'ufficio, il "perito" in un processo) che si è basato sul suo esame personale e sulla "letteratura specialistica aggiornata". Sarebbe curioso sapere a quale "letteratura aggiornata" si sia rifatto lo specialista, visto che la letteratura scientifica sul tema è praticamente concorde nel respingere il nesso vaccino-autismo e nella stessa sentenza è scritto che nessun documento medico convalida questa conclusione se non quello del 2008 del dott. Niglio.

Stralcio della sentenza riminese

Ecco l'esempio pratico. Se il tribunale conclude con proprie considerazioni sul fatto che l'indennizzo sia dovuto nonostante la "non obbligatorietà" del vaccino trivalente, per quanto riguarda il nesso di causalità (ovvero se l'autismo è davvero collegato alla vaccinazione) si rifà (si deve rifare) alle considerazioni dei periti: ambedue hanno certificato che il problema di salute del bambino fosse riconducibile alla vaccinazione. Qualcuno potrebbe chiedersi chi fossero i due "esperti" consultati dal tribunale (alla fine, che una decisione giudiziaria che dipende dai loro pareri sia corretta, sarebbe interesse di tutti), vediamo il primo, il medico che ha certificato l'origine vaccinale della patologia presa in esame, si chiama Fabrizio Niglio: medico legale ed ematologo, partecipa a convegni organizzati da associazioni antivacciniste, con relatori noti (i medici Gava e Serravalle) per le loro posizioni antiscientifiche (omeopatia, antivaccinismo) ed avvocati specializzati in cause di questo tipo, nei quali si parla di "omeopatia per curare l'autismo". Non sembra quindi una persona priva di conflitti di interesse. Il secondo certificatore è il dott. Massimo Montinari: medico conosciuto per le sue posizioni antivacciniste, già noto per aver redatto la perizia del tribunale di Maglie che decretava "l'efficacia" della cura Di Bella, sostiene di curare l'autismo con le diete e l'omotossicologia (variante dell'omeopatia), anche qui mi sembra che il conflitto di interesse sia palese.
Montinari è il perito di molti processi sul tema è stato sospeso dalla professione per le sue terapie senza base scientifica ed è già noto alle cronache per questo motivo.

Con premesse di questo calibro, secondo voi, quale tipo di consulenza avrebbe letto il giudice? Quando si parla di "lobby del farmaco" o "pressioni" che possano condizionare le decisioni più importanti, questo vale anche in questo caso con pressioni opposte?
Tra parentesi, dopo il "chiasso" mediatico suscitato da questa sentenza, silenzio assoluto sull'appello, chiesto dal ministero della salute, nel quale la stessa sentenza è stata ribaltata, nessun nesso tra vaccinazione ed autismo. Stessa sorte per un'altra vicenda la cui conclusione è stata ribaltata in appello.

Ma passiamo ad un'altra sentenza. Presso il tribunale di Pesaro è successa praticamente la stessa cosa, un presunto "danno da vaccino" (di tipo autistico) ammesso all'indennizzo. Chi sono in questo caso i periti?
Nessun medico aveva collegato la vaccinazione del bambino con la comparsa di autismo, il primo fu un certo...dott. Niglio, sì, lo stesso della sentenza precedente.
Lo stesso medico (con la dott. Tomassini e la dott. Badolato) è perito del tribunale, anche qui la "letteratura scientifica" dimostrerebbe il nesso vaccini autismo, è addirittura citato come "prova" a favore di questo nesso, persino lo studio di Wakefield che, come credo sia noto, è ormai esempio di cattiva scienza, essendo stato provato come si sia trattato di una frode scientifica consapevole e fatta a scopo di lucro, un falso studio che Wakefield ha pagato con la radiazione dall'ordine dei medici del suo paese. Leggiamo una parte della perizia:
negli anni successivi altri studi hanno confermato le tesi di Wakefield. Il più noto accreditato è uno studio condotto in Danimarca nel 2004, che dimostrò inequivocabilmente come i bambini danesi siano passati da una media di 18,8 casi di autismo ogni 100,000 abitanti negli anni 80-85 (prima della vaccinazione MPR di massa, che iniziò nel 1987) a 146,4 casi nel 2002. Alcuni studi sul vaccino MPR affermano non solo che esso possa scatenare l’autismo ma anche selezionare mutazioni di pericolosi virus morbillosi.
Gli studi di Wakefield, in realtà, non sono mai stati confermati (ma anzi, sono stati decisamente smentiti) e non esistono studi (seri) che affermino che il vaccino trivalente possa scatenare l'autismo, come qualcuno (sempre gli stessi) dice.
Per quanto riguarda lo "studio condotto in Danimarca" (non è citato quale nella perizia), il più noto è uno studio del 2003 che conclude come vi sia effettivamente un aumento di casi di autismo ma sottolineando come non vi sia nessun collegamento con i vaccini. Ecco come trasformare un dato in ciò che si vuole e, se il perito si riferisce a questo studio, qui si parla di comprensione di base della lingua inglese. Come può uno studio falso, diventare prova di qualcosa? Da notare come lo stesso avvocato di parte dichiara con tranquillità di "essere a contatto con Wakefield", per dire su cosa si basano questo tipo di vicende.

Ma leggiamo un altro passo della perizia:
Di fatto, fino ad oggi, da questa diffusa “empasse” [sic] letteraria, emergono risultati contrastanti che diventano motivo di inevitabili sperequazioni, ma è vero che, in molti casi, quand’anche le ricerche non abbiano ancora dimostrato una sicura correlazione tra i vaccini e la sindrome autistica, emergono comunque elementi storico-clinici e dati statistici che non possono essere ignorati.
In realtà, in medicina, non vi è alcuna "impasse" letteraria, non vi sono "risultati contrastanti" e di "sperequazioni" ne trova solo il perito, visto che la comunità scientifica è compatta nel rigettare il nesso tra vaccini ed autismo, di controversie su questo tema, praticamente non ce ne sono e chi lo sostiene o è poco aggiornato o dice una falsità. Non ci credete? Fatevi mostrare un solo studio pubblicato su rivista scientifica importante (non su quelle "paga e pubblica") che mostri un collegamento tra vaccinazioni ed autismo, non esiste.

Prima del vaccino il bambino stava bene, dopo no, quindi il nesso è altamente probabile
Ma il giudice, si sa, non può certo iniziare una ricerca bibliografica o chiamare periti all'infinito, gli "esperti" hanno detto quelle cose e lui si adegua decidendo di conseguenza, può però essere utile notare una fallacia che farebbe inorridire qualsiasi scienziato o medico: il giudice nota come prima della vaccinazione il bambino godesse di buona salute mentre dopo no, sarebbero comparsi i sintomi dell'autismo, quindi è altamente probabile che l'autismo è stato causato dalla vaccinazione. Queste conclusioni, apparentemente (o evidentemente?) implausibili, hanno forse una giustificazione "giuridica" ma sono scientificamente assurde, ma non sono le uniche, basti pensare ad un caso di indennizzo assegnato per lo stesso motivo (mancano cause certe dell'autismo quindi, molto probabilmente, sarà stato il vaccino) ma dando la colpa alla vaccinazione antipolio (che nemmeno gli antivaccinisti hanno mai collegato all'autismo).

Sentenza Busto Arsizio: non ci sono cause conosciute, quindi...
Mi chiedo cosa accadrebbe se migliaia di genitori facessero causa ai produttori di biberon sostenendo che dopo il suo uso il bambino avrebbe manifestato problemi di salute.
Cause giudiziarie di questo tipo ne esistono tante, quella che ultimamente è risuonata nelle pagine dei giornali nostrani ha fatto scalpore perché il magistrato inquirente ha disposto un'indagine molto estesa sulla possibilità che i vaccini causino l'autismo. Qual è il perito di quest'ultima causa? Il dott. Montinari, ancora lui, con l'aggiunta che in questo caso anche il pubblico ministero che indaga, ha partecipato a convegni antivaccino (con lo stesso Montinari), l'inchiesta si è chiusa con un'archiviazione: non è stato notato nessun aumento di casi di autismo legati alla vaccinazione trivalente MPR.
L'ultima sentenza in ordine di tempo è sempre relativa al tribunale di Rimini (stavolta relativa ad un caso di epilessia, giudice Lucio Ardigò, il ministero della salute non si è presentato all'udienza) e chi è il perito di parte che ha stilato la perizia? Ok, neanche a dirlo, Montinari. Per come siano affezionati a lui certi avvocati e giudici, sembra non vi siano in Italia altri esperti di vaccinazione, considerando anche che lui, esperto sul tema, proprio non è.

Ecco, forse sono riuscito a spiegare i fatti così che ognuno possa farsi un'idea personale e finalmente capire (si spera) perché un giudice possa prendere decisioni apparentemente così incredibili ed antiscientifiche.
Ci sarebbe semplicemente da porsi una domanda: se i periti sono dichiaratamente antivaccinisti, se occupano posizioni che vanno contro le moderne conoscenze scientifiche, non sono neanche esperti di vaccinazione (epidemiologi? Immunologi?), se hanno chiari conflitti di interesse, se il giudice applica criteri non scientifici ("post hoc, propter hoc"), che sentenze possiamo aspettarci?
Un giudizio, non dovrebbe essere, pur ascoltando le varie posizioni, ripulito da eventuali condizionamenti?
Come si può fare giudicare se un vaccino ha causato l'autismo chi vende le (false) cure per "guarire l'autismo causato da vaccini"? Non è quantomeno "singolare" come scelta?
Che tutto si basi su "illazioni" può essere anche il motivo per il quale le sentenze possano essere diverse le une dalle altre. Può spiegare anche perché in certi casi si arrivi a vicende opposte.
Come successo in Inghilterra, dove un gruppo di genitori ha denunciato il proprio avvocato (specializzato, come quelli nostrani, in "risarcimento per danni da vaccino") per "ingiusto arricchimento" perché dopo anni e tante spese, la propria richiesta di indennizzo è stata respinta.

Conclusione ancora più "scioccante" sempre nel Regno Unito.
Una mamma, nota negli ambienti antivaccino e fervente seguace di Andrew Wakefield (l'ex medico citato prima, fonte dei periti italiani) è stata denunciata e condannata per aver finto che il problema autistico del proprio figlio fosse conseguenza della vaccinazione, la madre ha mentito pur di ottenere risarcimenti in denaro. Dice il giudice inglese:
"Non ci sono evidenze che il suo disturbo sia stato causato dalla vaccinazione MMR. I racconti dei suoi genitori circa la sua reazione avversa alla vaccinazione sono inventati”.
La donna è stata pesantemente criticata per aver sottoposto il figlio a cure per l'autismo assolutamente inutili, che hanno visto il ragazzo sottomesso ed "usato" per le illazioni materne. Tra le cure: diete e omeopatia, non vi ricorda niente?

La truffa è stata scoperta dal giornalista inglese Brian Deer, lo stesso che smascherò Wakefield, la donna ha passato anni a "lottare" come "mamma antivaccino", denunciando aziende farmaceutiche ed ospedali per ottenere un risarcimento, finché non si è scoperto che l'autismo del figlio non aveva nessun nesso con la vaccinazione, madre condannata. Incredibile come si possa arrivare a conclusioni così diverse in tribunale, vero?

Questo però è un argomento tabù. Nessuno avrebbe il coraggio di affermare che una mamma possa mentire o fingere sulla salute del figlio, per denaro poi, inconcepibile, eppure succede. Anche in Italia.
Non è facile capirlo, ma in questo caso probabilmente il giudice aveva qualche competenza o avrà consultato periti più "neutrali" o si è semplicemente fidato della scienza.
Non si sa. In ogni caso è tutto triste. Che decisioni così importanti debbano dipendere non da dati chiari ma da posizioni personali e non universali è un danno per tutti.
Ma forse tutto può essere spiegato non con più casi di "cattiva giustizia" ma spesso con "semplici" e venali interessi di una delle parti che ignorano consapevolmente la realtà. È il lavoro di avvocato che forse giustifica questo comportamento [edit: il codice deontologico vieta espressamente agli avvocati di produrre prove false, (cod. deontologico forense, art. 50 "dovere di verità")] ma quello del medico? Ignorare lo stato dell'arte è una grossa mancanza (volontaria?) da parte di un perito.

Un medico che oggi sostenga che un vaccino possa causare autismo o è ignorante o mente ed ognuna delle due ipotesi è gravemente dannosa per gli interessi di tutti, economici e medici e forse, a questo proposito, può essere importante ricordare che il perito di un processo, giura di attenersi ai fatti e di dire la verità.
Le decisioni dei giudici quindi (che hanno diretta conseguenza sulla società) dovrebbero essere basate solo su pareri seri, competenti, onesti e sinceri.
Il problema quindi non è scientifico (non strettamente almeno) quanto legato alla competenza ed alla buonafede di chi è chiamato a dare il proprio parere in campo giudiziario, soprattutto quando si parla di risarcimenti. Non sarebbe il caso di chiamare a dare il proprio parere solo chi non ha palesi conflitti di interesse?

Questi episodi non succedono solo nell'ambito della vicenda "vaccini-autismo" ma anche in molte altre cause che prevedono risarcimento o rimborsi per cure non scientifiche (vedi "metodo Di Bella").
In questo ambiente infatti, le somme di denaro in gioco rappresentano per forza un interesse per qualcuno e, se nell'eventualità che un vaccino provochi un danno (evento rarissimo) è giusto e sacrosanto risarcire chi l'ha subìto e questo ha una legge a sancirlo, quando è chiaro il tentativo di ottenere un indennizzo ingiusto (a danno di tutti i cittadini) siano perseguiti coloro che mentono sapendo di mentire, sono un danno per la collettività, le casse dello Stato e, indirettamente, per la salute collettiva e del singolo.

Ricordo che la frode vaccini-autismo, nacque da un avvocato implicato in una causa per risarcimento che cercava "studi" (mai esistiti) che la supportassero e che ha pagato un medico per "crearne" uno.

...e visto che il curriculum e l'attività di questi periti è noto e pubblico, che nessuno dica "non lo sapevo".

Alla prossima.